La mostra, divisa in sette sezioni tematiche aperte da dichiarazioni del pittore, presenta oltre 140 opere provenienti da tutto il mondo e indaga il rapporto tra arte e natura in De Chirico, un rapporto misterioso, enigmatico, paradossale, ma riferimento costante in tutta la sua produzione, fonte di interrogativi che rimangono sempre privi di risposte ma evocativi di suggestioni.
Natura del mito. “Il lontano e fresco soffio della mitologia, gl'immensi mascheroni delle divinità olimpiche che guardano senza vedere di là dagli orizzonti e dalle costruzioni degli uomini, con quello sguardo dolcemente e ineffabilmente losco, con lo sguardo di chi sa che non c'è nulla da sapere”. La natura, trasfigurata in chiave mitica, viene qui intesa come scenario di archetipi universali. Le figure evocate nei dipinti esposti in questa sezione, siano esse mitologiche (le Muse, Diana, i Dioscuri, Ulisse, i Centauri, Apollo, Minerva, Giove, gli Argonauti, Minosse, Oreste, Elettra, Esculapio, Orfeo, Arianna), bibliche (il figliol prodigo) e storico-leggendarie (Lucrezia) sono trasformate in simboli della cultura, intesa come grande forza civilizzatrice, vittoriosa sul disordine apparente della natura. Le figure, troppo grandi per gli spazi in cui sono inserite, oppure disperse in spazi al contrario enormi, sono celeberrime: bastino da sole le “Muse inquietanti” della Galleria Nazionale di Arte Moderna.
Natura dell'ombra. “Il paesaggio, chiuso nelle arcate del portico, come nel quadrato o nel rettangolo della finestra, acquista maggiore valore metafisico, poiché si solidifica e viene isolato dallo spazio che lo circonda. L'architettura completa la natura. Fu questo un progresso dell'intelletto umano nel campo delle scoperte metafisiche”. Lo spazio urbano, nelle opere di questa sezione, è determinato e delimitato con egual peso tanto dai volumi architettonici raffigurati quanto dalle ombre rigide e irreali che presenze architettoniche esterne all'inquadratura proiettano sul suolo, raffigurato come puro piano geometrico. L'artista anticipa sperimentazioni costruttive, facendosi architetto di città allucinate ed assurde nella loro alienazione: spazi dell'assenza, luoghi puramente mentali, in cui la natura è rarefatta in un “altrove metafisico” che non si rivela mai. “Il veggente” ha nella lavagna davanti a sé linee di quelle architetture che poi ritroviamo nelle numerose “Piazze” e “Torri” e, nel “Mattino delle Muse”, ritroviamo le figure inquietanti della GNAM.
Natura da camera. “La mia camera è un bellissimo vascello ove posso fare viaggi avventurosi degni di un esploratore testardo”. Anche lo spazio di una stanza offre nuove possibili visioni: in questa sezione l'artista provoca nello spettatore un “cortocircuito” tra lo spazio naturale e quello costruito. Presenze inanimate ma familiari nella vita quotidiana (poltrone e armadi, mobili che appaiono sotto una luce nuova raccolti in una strana solitudine) sono collocati a cielo aperto entro scenari naturali mitici e primordiali, dove sembrano apparizioni dalla valenza quasi sacra, a volte accanto a rovine dell'antichità classica. Al contrario elementi naturali (alberi, rocce, fiumi) vengono posti all'interno di una stanza, generando vertigine psicologica e senso di smarrimento.
Anti-natura. “Sopprimere completamente l'uomo quale guida o come mezzo per esprimere simboli, sensazioni, pensieri; vedere ogni cosa, anche l'uomo, nella sua qualità di cosa”. Qui l'ambivalenza tra naturale e artificiale si sposta da strutture inanimate alla figura umana. Prodotto da un mondo segnato dalla corsa tecnologica, anche il corpo dell'uomo tende a diventare un oggetto dall'identità problematica, oscillante, un organismo “intermedio” come i celebri “automi”, entità anti-naturali che ci parlano del nostro modi di essere al mondo, della nostra natura ibrida di macchine pensanti e dotate di sensi. In questa sezione l'emozionante abbraccio alle porte Scee di Ettore e Andromaca di collezione privata.
Natura delle cose. “Ma noi che conosciamo i segni dell'alfabeto metafisico sappiamo quali gioie e quali dolori si racchiudono entro un portico, all'angolo di una strada o in una stanza, sulla superficie di un tavolo, oppure in una scatola”. Proseguono in questa sezione gli “interni metafisici” in una sorta di discesa all'interno di scatole, cinesi, scatole nelle scatole, stanze nelle stanze, quadri nei quadri, una successione potenzialmente infinita che riflette gli enigmi delle cose, il mistero dello spazio e del tempo, resi con “totem contemporanei” e “trofei”, oltre a suggestioni geografiche (New York, Torino e le mappe). Interessanti i disegni contenuti in una cartellina.
Natura aperta. Natura aperta intesa nel senso di squadernata nei suoi elementi primordiali: materiali costruttivi smontati, riorganizzati, rifondati dall'arte di De Chirico. Esemplare la metafisica dei “bagni misteriosi”, dove l'acqua-parquet crea il mistero dell'elemento fisico.
Natura viva. L'arte vivifica in senso letterale la natura. La “natura morta” viene ripresa mutandone il nome in “vita silente” (più vicina all'inglese still life e al tedesco still leben), caricata della vitalità primigenia della natura-forza creatrice. La vita interna di un oggetto, la sua vita silente, si risveglia e diventa soglia tra il mondo reale e il mondo metafisico.
Il catalogo, curato come la mostra da Achille Bonito Oliva, contiene la riproduzione di tutte le opere esposte, comodamente divise nelle sezioni della mostra, ciascuna delle quali è preceduta da un saggio introduttivo scritto da diversi studiosi. Andrea Cortellessa ha curato poi un'antologia degli scritti di De Chirico secondo il tema conduttore della mostra, mentre la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico si è occupata degli apparati.
Nello stesso periodo il Palazzo delle Esposizioni ospita una mostra di Mimmo Jodice e un'installazione di Giulio Paolini legata a temi dechirichiani.
Roma, Palazzo delle Esposizioni, fino all'11 luglio 2010, aperta domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22,30, lunedì chiuso, ingresso euro 12,50, catalogo Federico Motta Editore, infoline 06.39967500, sito internet www.palazzoesposizioni.it